Rischi alimentari e buone pratiche per evitarli

Fai attenzione alle modalità con cui acquisti, conservi, manipoli, cucini e consumi gli alimenti. Senza volerlo, potresti favorire lo sviluppo di microrganismi patogeni o sostanze chimiche dannose, che possono causare problemi di salute anche gravi.

Quali sono i rischi alimentari?

Scopri le diverse tipologie di rischi che il consumo di alimenti comporta.

Rischi biologici

I rischi biologici dell’alimentazione consistono nella possibilità di contrarre attraverso il cibo batteri, virus e parassiti patogeni, ovvero che possono causare malattie. Nella maggior parte dei casi si tratta di microrganismi; alcuni parassiti possono essere in certi casi visibili a occhio nudo, anche se hanno comunque dimensioni limitate a pochi millimetri.

In certe condizioni igieniche e di temperatura i microrganismi patogeni possono proliferare nei cibi, raggiungendo quantità tali da generare infezioni in chi li ingerisce. Alcuni di questi possono produrre tossine che si accumulano negli alimenti e che possono causare intossicazioni.

Le temperature di refrigerazione, congelamento e surgelamento rallentano la proliferazione dei microrganismi negli alimenti, che invece è favorita se questi vengono lasciati a temperatura ambiente. Una cottura adeguata degli alimenti inattiva e rende innocui i principali patogeni. Alcune tossine tuttavia, dopo essere state prodotte, possono permanere nell’alimento anche dopo la cottura; per questo nell’acquisto, nella conservazione e nella preparazione delle pietanze è opportuno rispettare sempre le buone pratiche igieniche che permettono di evitare la proliferazione dei microrganismi.

Le tossinfezioni alimentari possono creare problemi di salute diversi a seconda del tipo di patogeno coinvolto. Nella maggior parte dei casi, in soggetti sani, creano disturbi gastrointestinali, come vomito e diarrea, e sintomi simil-influenzali che si risolvono entro pochi giorni. Possono avere effetti più gravi invece in alcune fasce della popolazione, come anziani e soggetti immunocompromessi (a cui possono causare setticemie, encefaliti o meningiti) o donne in gravidanza (nelle quali possono causare parti prematuri, malformazioni del feto e aborti).

Alcuni dei principali agenti patogeni che possono contaminare gli alimenti sono:

Rischi chimici

I rischi chimici dell’alimentazione derivano dalla possibile presenza accidentale nel cibo di sostanze potenzialmente dannose per la salute come tossine di origine naturale, contaminanti ambientali e residui di farmaci veterinari usati negli allevamenti.

Alcuni composti chimici potenzialmente nocivi possono inoltre essere generati da processi scorretti di cottura degli alimenti sia a livello industriale che domestico, oppure da effetti indesiderati di sostanze utilizzate nell’industria alimentare.

Tutte queste sostanze possono accumularsi negli alimenti e in seguito nel corpo umano, con effetti tossici che possono colpire vari organi. In base alla quantità, alla frequenza e al periodo di assunzione di queste sostanze gli effetti nocivi si possono manifestare in un arco di tempo ridotto (tossicità acuta) oppure nel medio-lungo periodo (tossicità cronica).

Per questo la legge stabilisce dei limiti entro cui le diverse sostanze potenzialmente dannose possono essere presenti negli alimenti senza comportare rischi per i consumatori. Questi limiti sono utilizzati nei controlli ufficiali svolti regolarmente dalle autorità sanitarie (ASL, NAS) per garantire la salubrità dei prodotti.

La maggior parte delle sostanze chimiche nocive che possono essere presenti negli alimenti non vengono rimosse dal lavaggio o dalla cottura degli stessi. Per ridurre i rischi chimici quindi è importante soprattutto acquistare gli alimenti da canali di vendita convenzionali, che per legge devono effettuare attività di autocontrollo e che sono inoltre sottoposti ai controlli ufficiali. È importante inoltre variare la propria dieta, evitando di consumare sempre gli stessi alimenti.

Alcune delle principali sostanze chimiche che possono trovarsi negli alimenti e avere effetti nocivi per la salute sono:

Rischi fisici

I rischi fisici dell’alimentazione derivano dalla possibile presenza accidentale di oggetti come pezzi o frammenti di metallo, vetro, plastica, legno o pietre che possono essere causa di soffocamento, tagli, lesioni all’apparato digerente o denti rotti per chi consuma e ingerisce l’alimento.

Nelle aziende alimentari questi rischi sono monitorati attraverso il controllo prima e dopo la produzione dell’integrità degli utensili o dei macchinari utilizzati, oppure – per quanto riguarda il materiale metallico - con l’installazione di un metal detector a valle della linea di produzione. Nel caso in cui si danneggino le attrezzature con perdita di frammenti di metallo, oppure nel caso di caduta accidentale di viti o bulloni, si attiva il metal detector e gli alimenti prodotti vengono scartati e non commercializzati.

Questo rischio tuttavia può verificarsi anche nella ristorazione o nelle preparazioni domestiche. Per esempio quando preparando gli alimenti ci si accorge di aver rotto un contenitore di vetro, oppure dell’ammanco di parti di alcuni degli utensili impiegati, che potrebbero essere finiti all’interno del pasto preparato. In questi casi è meglio non rischiare: il cibo va eliminato e non consumato.

I rischi fisici non sono connessi solo a materiale estraneo alla composizione degli alimenti: nel pesce o nella carne, ad esempio, la presenza di lische ed ossa potrebbero essere causa di soffocamento, in particolare se ingerite dai bambini più piccoli. Per questo va posta particolare attenzione alla loro rimozione durante la preparazione del pesce e della carne, soprattutto se questi alimenti sono destinati ai bambini.

Intolleranze e allergie

Intolleranze e allergie sono due modalità diverse con cui l’organismo umano può reagire all’interazione con sostanze che si possono trovare negli alimenti.

Intolleranza

Si parla di intolleranza quando si verifica una reazione negativa dell’organismo che dipende dalla difficoltà nel digerire o metabolizzare un alimento o un suo componente, come carboidrati, proteine e lipidi. Le persone affette da questo problema hanno solitamente deficit enzimatici, ovvero non hanno - oppure hanno in quantità non sufficiente - particolari proteine (enzimi) di cui l’organismo ha bisogno per metabolizzare e assimilare determinati alimenti o parti di essi. Possono esserne prive fin dalla nascita, oppure è possibile che l'intolleranza venga acquisita nel tempo. Una delle intolleranze più comuni nel sud dell’Europa è quella al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte..

L’intolleranza è strettamente dipendente dalla quantità dell’alimento non tollerato che è stato ingerito (dose-dipendente). I sintomi delle intolleranze possono consistere in diarrea, gonfiore e crampi addominali; possono comparire anche a distanza di tempo dal consumo dell’alimento (alcune ore o, in casi rari, anche dopo alcuni giorni), rendendo a volte difficili da riconoscere e mettere in relazione con il cibo assunto.

Allergia

Per allergia si intende la reazione negativa a una specifica sostanza (allergene) causata dal sistema immunitario. La reazione si origina con la formazione di anticorpi specifici che hanno il compito di difendere l’organismo; l’interazione fra questi anticorpi e l’allergene libera istamina, una sostanza che funziona da mediatore chimico dell’infiammazione, ma che ha anche il ruolo di neurotrasmettitore. L’istamina è il principale responsabile dei sintomi caratteristici di tutte le reazioni allergiche, che possono essere anche molto violente, come prurito, naso che cola, eruzioni cutanee, gonfiori, affanno e difficoltà respiratorie.

Gli allergeni sono sostanze innocue per la maggior parte delle persone; tuttavia alcune persone sono geneticamente predisposte ad avere reazioni allergiche verso di essi. Gli allergeni alimentari più comuni sono: cereali contenenti glutine (grano, segale, orzo, avena, farro), latte, uova, pesce, molluschi crostacei, arachidi e frutta a guscio (mandorle, nocciole, noci, pistacchi), lupini, soia sedano, semi di sesamo, senape, e tutti prodotti derivati da questi alimenti.

Le reazioni allergiche sono generalmente dose-indipendenti: anche una piccolissima quantità può scatenare una reazione la cui gravità è soggettiva e imprevedibile.

Come difendersi dai rischi alimentari?

Scopri le buone pratiche da adottare per ridurre i rischi, dal momento dell'acquisto fino al consumo degli alimenti.

  • Fai una lista di ciò di cui hai bisogno prima di recarti al punto vendita e non acquistare alimenti in eccesso, che poi potrebbero deteriorarsi oppure scadere se conservati troppo a lungo.
  • Rivolgiti a canali di vendita convenzionali, sottoposti ai controlli ufficiali delle autorità sanitarie, come banchi al mercato, negozi di alimentari, supermercati, produttori e rivenditori professionisti (evitare venditori di prodotti fatti in casa e sprovvisti di licenze).
  • Scegli alimenti che risultano integri, freschi e appetibili. Non acquistare e consumare prodotti con confezioni rotte, danneggiate o rigonfie.
  • Leggi con attenzione le etichette, controllando bene le date di scadenza dei prodotti, così come le indicazioni per la conservazione e la preparazione dell’alimento, soprattutto in caso di alimenti deperibili e di origine animale.
  • Acquista i prodotti refrigerati e congelati per ultimi durante la spesa. Evita prodotti con la brina sulla confezione: può indicare che non è stata mantenuta la catena del freddo durante la distribuzione ed esposizione nel punto vendita.
  • Cerca di riporre gli alimenti freschi refrigerati, i congelati e surgelati il prima possibile in frigorifero e freezer dopo l’acquisto, per non interrompere la catena del freddo.
  • Preferisci punti vendita vicini a casa per l’acquisto di prodotti freschi, congelati e surgelati.
  • Evita lunghe fermate nel tragitto dal punto vendita a casa, lasciando per lungo tempo prodotti freschi, congelati e surgelati a temperatura ambiente o in ambienti surriscaldati (es. in auto).
  • Utilizza borse termiche con piastre refrigeranti per il trasporto dei prodotti freschi, congelati e surgelati, in particolare durante le stagioni calde.
  • Non conservare gli alimenti in dispense, frigoriferi e freezer oltre la data di scadenza.
  • Disponi gli alimenti stabili (confezionati e inscatolati) in ripiani e dispense fresche, asciutte e buie.
  • Mantieni la temperatura interna del frigorifero a +4/+5°C e quella del freezer a circa -17/-18°C, utilizzando i display di regolazione dell’elettrodomestico o gli appositi termometri.
  • Pulisci regolarmente il frigorifero e il freezer (almeno una volta al mese), utilizzando detergenti specifici.
  • Distanzia gli alimenti e non sovraccaricare il frigorifero e il freezer: l’aria deve poter circolare attorno ai cibi per raffreddarli efficacemente.
  • In frigorifero, separa bene gli alimenti crudi da quelli già cotti e/o pronti al consumo per evitare cross-contaminazioni (microrganismi e allergeni presenti negli alimenti crudi potrebbero trasferirsi sugli alimenti pronti per il consumo).
  • In frigorifero, disponi ogni alimento nel ripiano più adeguato: alimenti cotti e pronti al consumo, uova, latticini, dolci e creme nei ripiani alti centrali; carne e pesce crudi nei ripiani più bassi; frutta e verdura negli appositi cassetti; bibite, burro e alimenti meno deperibili nei ripiani dello sportello.
  • Per congelare la carne, il pesce o cibi preparati in casa, ridurli in porzioni di piccole dimensioni e disporli in contenitori puliti o sacchetti monouso, riportando in un’etichetta la data di congelamento (il limite di tempo entro cui consumarli varia in base all’alimento, ma è consigliabile non superare mai i 6 mesi).
  • Non lavare le uova per poi riporle in frigorifero: l’acqua potrebbe favorire la penetrazione di germi patogeni all’interno. Se sono sporche, puoi pulirle con un panno umido prima dell’utilizzo.
  • Fai attenzione al tuo stato di salute: meglio che non sia tu a cucinare se sei malato, soprattutto se hai sintomi come febbre o diarrea.
  • Lavati accuratamente le mani con acqua calda e sapone (non basta il risciacquo), sia prima di iniziare a preparare il pasto che durante la preparazione, qualora nel mentre ti capitasse di dover usare i servizi igienici, soffiarti il naso, toccare animali o entrare in contatto con oggetti e parti del corpo di altre persone.
  • Adotta alcuni strumenti e accorgimenti igienici: igienizza le superfici della cucina e utilizza utensili puliti, togli anelli e braccialetti dalle mani, indossa grembiuli da lavoro, raccogli i capelli se lunghi, usa guanti in lattice per maneggiare alimenti crudi (in particolare carne e pesce).
  • Scegli bene gli ingredienti: evita cibi con cattivi sapori o odori, confezioni gonfie o danneggiate, confezioni e barattoli che una volta aperti rivelano muffe, bollicine o gas che fuoriescono. Utilizza prima gli alimenti che scadono prima presenti in frigo, freezer o dispensa.
  • Scongela in modo corretto gli alimenti dal freezer, in particolare carne o pesce: non scongelare a temperatura ambiente (es. lasciando l’alimento sul lavello) ma in frigorifero, oppure utilizza il microonde. In generale, per i prodotti confezionati attieniti alle indicazioni riportate sulle confezioni dal produttore.
  • Lava accuratamente la frutta e la verdura prima di consumarle o usarle come ingredienti, utilizzando acqua corrente potabile o, per una maggiore efficacia, detergenti a base di cloro (il bicarbonato invece è inefficace nel eliminare i microrganismi patogeni).
  • Non lavare la carne prima di cuocerla, specialmente quella di pollo e di suino: eventuali schizzi potrebbero contaminare con microrganismi patogeni gli utensili e le superfici di lavoro o altri alimenti pronti al consumo presenti in cucina.
  • Lava accuratamente le superfici della cucina e gli utensili venuti a contatto con carni crude, frutta e verdure non lavate, utilizzando sapone e detergenti (non basta il risciacquo).
  • Usa taglieri diversi per alimenti crudi (carni e pesce crudo, frutta e verdure non lavate) e alimenti che non saranno cotti, oppure lavali bene con acqua e detergenti tra un alimento e il successivo.
  • Non rompere le uova sui bordi del contenitore che utilizzerai per lavorarle: utilizza un altro recipiente, e cestina i gusci subito dopo averle rotte (non lasciarli sul ripiano di lavoro).
  • Se prepari in anticipo piatti cotti da mangiare nei giorni successivi, non lasciarli a lungo a temperatura ambiente: è necessario riporli in frigorifero il prima possibile, non appena raffreddati. Per raffreddarli velocemente, porziona e/o riponi l’alimento in contenitori per alimenti chiusi, e raffreddali con acqua corrente fredda.
  • Cuoci in modo accurato e completo uova, carne, pesce e prodotti ittici (in particolare i molluschi bivalvi). Evita le ricette che richiedono di mantenere crudi o di cuocere poco questi alimenti.
  • Evita la produzione di parti carbonizzate o annerite quando cuoci gli alimenti, soprattutto quando utilizzi griglie e piastre.
  • Usa pentole antiaderenti per limitare l’aggiunta di oli e grassi, soprattutto in preparazioni che richiedono tempi lunghi come stufati e brasati
  • Usa i termometri da cucina per regolarti quando cuoci gli alimenti al forno o al barbecue.
  • È consigliabile friggere con olio d’oliva o di arachidi, evitando o usando solo moderatamente oli di semi, burro, strutto e margarine.
  • Evita di riutilizzare oli già cotti per successive fritture.
  • Cuoci al vapore solo alimenti tagliati in piccole pezzature, altrimenti la cottura potrebbe non risultare adeguata.
  • Varia il più possibile gli alimenti che mangi, adottando una dieta basata sulla piramide alimentare: privilegia il consumo quotidiano di cereali, verdura e frutta; limita il consumo settimanale di carne, pesce, formaggio e uova; consuma solo occasionalmente salumi, dolci e alcol.
  • Evita di consumare alimenti che non appaiono più freschi e appetibili, in particolare se presentano sapore o odore sgradevole oppure muffe.
  • Consuma per primi gli alimenti che scadono prima presenti in frigo, freezer o dispensa.
  • Consuma entro qualche giorno carne e pesce freschi che hai riposto in frigorifero.
  • Lavati accuratamente le mani con acqua calda e sapone (non basta il risciacquo) prima di sederti a tavola.
  • Rimuovi eventuali parti bruciate o annerite dagli alimenti prima di consumarli (es. crosta della pizza).
  • Consuma con moderazione e possibilmente non di sera le preparazioni impegnative per la digestione e il fegato, come ad esempio fritture o alimenti ricchi di grassi.
  • Dopo il pasto gli avanzi possono essere conservati in frigorifero per 2 o 3 giorni, ma vanno collocati in contenitori puliti e chiusi, nei ripiani alti del frigorifero e ben separati da alimenti crudi.
  • Non conservare avanzi che siano rimasti a temperatura ambiente oltre le 4 ore: gli alimenti lasciati sulla tavola oltre questo tempo vanno eliminati.
  • Conserva in frigorifero le creme e le salse, specialmente se a base di uova crude, e consumale nel giro di qualche giorno al massimo. Non lasciare posate sporche all’interno del contenitore per evitare contaminazioni.
  • Per congelare gli avanzi, evita l’utilizzo di carta, cartone o vaschette di alluminio: preferisci contenitori chiusi adatti al contatto con gli alimenti e al congelamento, come i sacchetti monouso specifici per il congelatore.
  • Scongela gli avanzi in frigorifero, oppure in acqua fredda all’interno di un contenitore chiuso, per non eliminare i nutrienti dall’alimento con l’azione dell’acqua.
  • Prima di consumare gli avanzi, riscaldali uniformemente fino al cuore del prodotto.

Sai come funzionano i controlli sugli alimenti?

Gli alimenti che arrivano sulla tua tavola sono sottoposti a un sistema di controlli articolato, a cui contribuiscono sia le aziende che li producono e distribuiscono, sia varie autorità sanitarie preposte per legge.

Autocontrollo

Gli Operatori del Settore Alimentare (OSA) sono obbligati per legge ad effettuare verifiche periodiche sui loro prodotti o processi di trasformazione, in base alle caratteristiche degli alimenti e sulla base di valutazioni del rischio di tali cibi.

Gli OSA devono quindi predisporre un manuale di autocontrollo ed un piano HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), da attuare, verificare e documentare al fine di garantire la sicurezza e l’integrità degli alimenti.

Le analisi di laboratorio necessarie, definite nel piano HACCP, possono essere di tipo microbiologico o chimico. Gli OSA possono avvalersi del supporto di laboratori di analisi sia interni che esterni, che devono essere inseriti in appositi registri regionali.

Le attività di autocontrollo permettono alle aziende alimentari di monitorare e risolvere in autonomia le non conformità nell’ambito delle proprie produzioni alimentari, attraverso il miglioramento continuo dei processi aziendali e dei protocolli di controllo dei rischi microbiologici e chimici.

Controlli ufficiali

I controlli ufficiali degli alimenti sono l’insieme delle attività finalizzate a garantire la conformità e la salubrità dei prodotti alimentari in relazione a quanto disposto dalla normativa. Coinvolgono tutta la filiera di produzione degli alimenti: dai controlli sulle materie prime e le verifiche negli allevamenti ai processi di lavorazione dei prodotti in azienda, fino alla fase di distribuzione all’ingrosso e al dettaglio.

I controlli ufficiali si basano su piani nazionali gestiti dal Ministero della Salute e coordinati dalle Regioni a livello locale, e sulle ispezioni igienico-sanitarie nelle aziende operate da diverse autorità sanitarie competenti, come ad es. le Aziende Sanitarie Locali (ASL), i Nuclei Antisofisticazione e Sanità (NAS) dei Carabinieri, i Posti di controllo frontalieri (PCF), gli Uffici veterinari per gli adempimenti comunitari (UVAC). In particolare, la maggior parte dei controlli ufficiali sono eseguiti in seguito a ispezioni dei Servizi Veterinari e dai Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) delle ASL.

Le analisi di laboratorio necessarie vengono svolte da appositi laboratori preposti per legge, come ad es. gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) e le Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA).

In caso di campioni non conformi alle caratteristiche di sicurezza richieste (es. per livelli di contaminazione biologica o chimica superiori ai limiti stabiliti per legge), vengono attivate le azioni più appropriate per tutelare i consumatori e la salute pubblica, come ad esempio il ritiro di prodotti dal mercato e la sanzione delle aziende responsabili di illeciti.

Per segnalare una non conformità di rilevanza sanitaria in prodotti alimentari, il consumatore può fare una comunicazione all’ASL di appartenenza o, in alternativa, ai Nuclei antisofisticazioni e sanità (NAS) dei Carabinieri. Sui reperti alimentare consegnati dal consumatore, le Autorità sanitarie potranno effettuare le eventuali analisi di laboratorio necessarie.

Ritiri, richiami e allerte

Le allerte alimentari possono partire da controlli ufficiali, da attività di autocontrollo, da segnalazioni dei consumatori o da casi clinici, ovvero in seguito a episodi di infezioni o intossicazione ricondotti a origine alimentare. In tutti questi casi vengono effettuate delle analisi di laboratorio sugli alimenti per verificare la presenza e la quantità di sostanze e microrganismi che sono nocivi per la salute.

In Italia, quando una positività viene accertata dalle analisi di laboratorio, le aziende produttrici possono intervenire in due modi:

  • con un ritiro, ovvero interrompendo la commercializzazione dei lotti che contengono i prodotti pericolosi lungo la filiera distributiva, se questi ultimi non sono ancora stati posti sugli scaffali e venduti al consumatore;

  • con un richiamo, se i prodotti pericolosi hanno già raggiunto gli scaffali dei punti vendita e sono stati venduti; in questo caso si comunicano le informazioni per identificare eventuali prodotti già acquistati da non consumare con cartelli esposti nei punti vendita e avvisi pubblicati sui siti web delle aziende produttrici e della grande distribuzione.

L’intervento viene disposto dalle Aziende sanitarie locali (ASL), alle quali – in caso di richiamo – i produttori forniscono anche l’elenco dei punti vendita in cui il lotto contenente prodotti pericolosi è stato distribuito. Le ASL trasmettono tutte le informazioni sull’allerta e gli interventi disposti al Ministero della Salute, che pubblica i richiami sul suo sito web, e a sua volta informa tutte le ASL regionali in cui il lotto è stato distribuito: in questo modo le autorità locali possono effettuare dei controlli per accertare che i richiami siano stati effettuati.

Se i prodotti sono stati commercializzati al di fuori dei confini nazionali, il Ministero notifica infine l’allerta anche al Sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (Rapid Alert System for Food and Feed, RASFF), in modo che tutti i Paesi europei coinvolti dalla commercializzazione dei prodotti pericolosi possano toglierli dal mercato e adottare le necessarie misure per la tutela della salute pubblica

Qualche video per approfondire

Guarda e condividi i video per aumentare le tue conoscenza e quelle dei tuo contatti sulla sicurezza alimentare.

La cross-contaminazione degli alimenti

Il concetto di "limite" nei rischi alimentari chimici

Shelf life, data di scadenza e termine minimo di consumo

Le informazioni nelle etichette dei prodotti confezionati

Come riporre gli alimenti in frigorifero

Come conservare le uova in casa

Come congelare correttamente la carne

Come scongelare correttamente la carne

Come riconoscere se il pesce è fresco

Come acquistare, conservare e cucinare le vongole

Come evitare il botulino nelle conserve fatte in casa

I rischi alimentari dovuti a cotture scorrette

Come funzionano i controlli sanitari sugli alimenti

Come funziona il sistema delle allerte alimentari

Come funzionano i controlli sugli alimenti alle frontiere

Come funzionano i controlli per le radiazioni negli alimenti

A quali alimenti fare attenzione in gravidanza

Come difendersi dalla listeria negli alimenti

I rischi che derivano da spugne e strofinacci

I rischi da nitriti e nitrati negli alimenti

I materiali da contatto